venerdì 5 giugno 2020

prince, 'the undertaker'


‘the undertaker’ è uno dei vari dischi “fantasma” di prince ma è uno di quelli facilmente reperibili, poiché è stato pubblicato almeno in formato video (vhs e laserdisc). è un live in studio registrato il 14 giugno del ’93 in power trio con prince a chitarra e voce, michael bland alla batteria e sonny t al basso, una formazione pazzesca di cui purtroppo non ci sono abbastanza registrazioni live.
il video è carino, sarebbe stato ancora meglio se si fosse basato unicamente sulle riprese live invece di tentare una maldestra storia di cui non si capisce una minchia (vedi ‘3 chains o’ gold’, per chi sa).

il cd, se pubblicato, sarebbe stata la prima uscita a nome o(+> (il video invece è stato pubblicato a nome prince); non solo, l’idea di prince era di pubblicare il disco allegato a un numero della rivista guitar world, cosa a cui la warner si oppose rigidamente. non solo, quando prince decise di stampare in privato 1000 copie del disco, la warner gli ordinò di distruggerle. merde. 
ma merde davvero, perché questa volta hanno bloccato quello che poteva essere uno dei migliori prodotti princeiani di tutti gli anni ’90. sono poco più di 35 minuti che frullano bluesaccio, funk e rock hendrixiano, tutto trascinato dalla chitarra scatenata del nostro. la ritmica è compatta oltre ogni dire, sostiene, accompagna, commenta, hanno tutto quello spazio che sui dischi era preso da drum machine e synth.
buona parte dei pezzi era stata scritta per un ipotetico disco di nona gaye, figlia di marvin che in quel periodo frequentava prince e ci collaborava (canta su ‘love sign’, fa cori in ‘the gold experience’ più altre cosine).
‘the ride’ è una goduria unica, 11 minuti di bluesone profondo e zozzo, con la distorsione maleducata di prince a fare il bello e il cattivo tempo. ‘poorgoo’ non è il miglior pezzo di sempre ma il tiro è ficcante e sentire prince così rilassato non è cosa di tutti i giorni.
se ‘the undertaker’ fosse stato pubblicato, avrebbe contenuto sia la prima cover che la prima ri-registrazione di un pezzo passato. la cover in questo caso è ‘honky tonk women’ degli stones in cui il nano tira fuori tutto l’hendrix che è in lui con una distorsione slabbrata e fragorosa, più o meno come succede anche nell’adrenalinica rivisitazione di ‘bambi’ dal secondo album, un hard agguerrito ma dal groove micidiale con assoli di chitarra a ruota libera.
purtroppo ‘zannalee’ viene solo accennata, sarebbe sicuramente stata una versione di gran lunga superiore a quella completamente inutile di ‘chaos and disorder’, vabbè. a tirarci su il morale ci pensano i 10 minuti di ‘the undertaker’: groove funk investigativo che si insinua sottopelle e pulsa ininterrottamente, le dita di prince poetiche sulla sei corde nell’accompagnamento, semplicemente incredibili nei meravigliosi soli.
in chiusura troviamo una versione deliziosamente grezza di ‘dolphin’; ancora inedita nel 93 ma pubblicata poi su ‘the gold experience’, qui la sua vena psichedelica è in bella mostra, specialmente nella bella coda liquida.

ancora una volta non parliamo di un capolavoro, negli anni ’90 di prince a livello di album non ce n’è purtroppo. però è un disco decisamente diverso dagli altri, con focus sulle parti strumentali molto più che su quelle cantate (si avrà l’apice di questo discorso con ’n.e.w.s.’ nel 2003, altro live in studio del 2003, completamente strumentale) e in cui potrete sentire una versione di prince molto più vicina a quella dei suoi leggendari aftershow che non ai dischi precedenti. sono tre musicisti mostruosi che jammano da paura su buone canzoni, se volete una riprova della maestria di prince alla chitarra la troverete qui, non perdetevelo.