mercoledì 3 giugno 2020

il fondo del barile #3: o(+>, 'chaos and disorder'


‘chaos and disorder’ non sarebbe mai dovuto uscire, questo è quanto. il “disco” che conclude il contratto di prince con la warner nel 1996 è un miscuglio di outtakes lasciate indietro e roba che sta tra l’imbarazzante e l’orrendo. inoltre l’intero album suona sotto-prodotto, buttato lì, lo stesso prince scrive nel booklet che queste erano registrazioni private originariamente non destinate al pubblico. è una pubblicazione per obblighi contrattuali senza alcun interesse da parte di nessuno, artista, etichetta o fan.

l’hard di gomma della title-track e ‘i like it there’ lascia perplessi, una forma di rock che aveva dato buoni risultati su ‘the gold experience’ e che funzionava live ma in questo caso è spompa, accademica, anche un po’ ridicola. “chaos and disorder rule in my world today” urla il ritornello, difficile dargli torto. ah sì, dimenticavo, questi due sono probabilmente i pezzi meno peggiori del disco; no, non ci sono pezzi “migliori” su questo album. c’è ‘dinner with delores’, una vaccatina pop utile quanto un buco del culo sul gomito, c’è ‘the same december’, una vigorsol-song senza alcun mordente con degli orrendi incisi strumentali, ‘right the wrong’ è un ibrido funkabilly senza forma né particolare utilità e con un brutto ritornello. ‘zannalee’ poteva salvarsi in altro contesto, non come pezzone ma almeno come bluesaccio, magari con un arrangiamento meno caciarone (peccato venga solo accennata nel bel live in studio ‘the undertaker’), qui è solo un’altra scusa per jammare in tondo e allungare il brodo. ma il fondo si tocca davvero con ‘i rock therefore i am’ e ‘dig u better dead’, due mostruose deformazioni di ‘gett off’ dai ritornelli ridicoli, arrangiamenti completamente a caso, strutture traballanti con tanto di agghiaccianti break rappati, roba che oggi puzza di vecchio quanto il cadavere di mike bongiorno; non hanno nemmeno il valore aggiunto della npg che ci suona, come nella maggiorparte degli altri pezzi. su ‘into the light’ e ‘i will’ non saprei neanche cosa dire senza ripetermi mentre la conclusiva ‘had u’ mostra quantomeno un profilo melodico bizzarro e qualcosa di interessante ma dura un minuto e venti per cui tutto ciò viene brutalmente cancellato in un attimo.

‘chaos and disorder’ è un disco di merda, non c’è veramente niente da salvare, è il primo candidato a peggior album della carriera di prince, l’unico pregio che ha è la durata che sfiora i 40 minuti, almeno se ne va in fretta. se vi va bene non ve ne accorgerete nemmeno ma può andarvi ancora meglio: dimenticatevi che esista.