lunedì 7 gennaio 2019

prince, '3121'



dopo il picco di ‘rainbow children’ nel 2001, la discografia di prince ha subito un appiattimento qualitativo piuttosto deprimente che certo non rendeva giustizia alla carriera del genio. le cose più interessanti si trovano nei progetti strumentali ’n.e.w.s.’ e ‘xpectation’, nei quali si può apprezzare tutta l’abilità strumentale di prince in un contesto strumentale più vicino al jazz-rock o jazz-funk del miles davis dei primi ’70.
un disco “normale" degno di nota è invece questo ‘3121’ (ci si aggiunge solo ‘lotusflow3r’) che sembra ritrovare una verve tutta afroamericana, a tratti un po’ forzatamente “sexy a tuti i costi” se vogliamo ma sicuramente efficace nel far muovere il culo dalla sedia. 
inoltre c’è la chicca della title-track, nella quale ritroviamo alla sezione ritmica quelle rocce inaffondabili della new power generation chiamate michael b e sonny t, rispettivamente batteria e basso. il groove del pezzo è micidiale, il ritornello funziona e prince si mostra ancora istrione di classe e puttana come ai bei tempi, in più viene presentata la sezione fiati che include anche maceo parker al sax. è il pezzo più bello del disco e viene giocato come prima carta, il resto dell'album non regge il livello ma comunque trova altri momenti più che gradevoli come le esplicite, zozze e funky ‘lolita’ (con forti rimandi all’epoca ‘lovesexy’) e ‘black sweat’ o la morbida porno-ballad al velluto rosso ‘satisfied’ (’te amo corazon’ pure sta da queste parti). lascia un po’ perplessi il mezzo auto-plagio di ‘fury’, una via di mezzo tra ‘1999’ e ‘dolphin’ che delude dove ‘colonized mind’ spaccava culi, per dirne una recente. 
‘beautiful, loved and blessed’ si avvale della voce di támar come ospite, a quel tempo protetta di mr. nelson, cerca un funk plasticoso e sul finale funziona ma in generale si fa dimenticare in fretta (poteva stare su ‘emancipation’ per capirci), esattamente come il pastiche di ‘the dance’, sorta di rivisitazione moderna di quel mix di funk, jazz e classica che fece la fortuna di ‘parade’ e qui risulta invece stucchevole e finto, con un tremendo e pacchiano profumo latin a completare l’opera.
meno male che il finale del disco torna a fare festa sul serio con 'get on the boat’, un funk bello zozzo alla ‘musicology’, già fatto, già sentito ma arriva come un treno con un groove inarrestabile e la festosa sezione fiati, un colpo di coda magari non memorabile ma sicuramente utilissimo a risollevare le sorti del disco (arriva addirittura anche sheila e alle percussioni per fare festa).
uno dei meriti di ‘3121’ è che riesce a rielaborare il minimalismo sintetico di album come ‘dirty mind’ o ‘1999’ in una maniera moderna ed aggiornata come suoni e atmosfere, pur avendo testi che lo ancorano saldamente alla tradizione sleazy e lasciva di prince.
gli ospiti si trovano soprattutto in tre pezzi (‘3121’, ‘te amo corazon’ e ‘get on the boat’, joshua e cora dunham al basso e batteria, più i fiati), oltre alla ricomparsa delle orchestrazioni di clare fischer su ’te amo corazon'; per il resto, come al solito, prince si occupa di tutto. 
nella stanca scia degli ultimi dischi della sua carriera, questo si lascia ascoltare molto più volentieri di altri. è più di quanto si possa dire di ‘20ten’, ‘art official age’, ‘musicology’...