martedì 9 giugno 2020

morbid angel, 'covenant'


‘altars’ è l’inizio, ‘blessed’ è la perfezione, ‘covenant’ è la furia più pura.
vi è piaciuta la fantasia di ‘blessed’, i suoi intermezzi strumentali, le chitarre melodiche di richard brunelle? bene, non c’è più niente di tutto ciò, ci sono altri 40 minuti di morbid angel in trio che non hanno alcuna intenzione di avere pietà per voi, ‘rapture’ lo metterà in chiaro fin da subito.

dopo la cacciata di brunelle (pare per abuso di sostanze) l’angelo morbidello si rifugia nella violenza con un monolite gnucco e nero come un blocco di ossidiana. la produzione è la migliore che il gruppo abbia mai avuto, le chitarre suonano infernali come non mai, la batteria è naturale e secca, la voce potentissima di vincent esce dalle casse come un’anima tormentata e il basso si sente ben distinto (cosa non da poco nel metal in generale), è davvero uno dei dischi che suonano meglio in tutta la storia del genere. c’entra sicuramente anche la mano di flemming rasmussen, già coi metallica di ‘ride’, master’ e ‘justice’, che si occupa di produzione e mix. 
tutto questo è al servizio di pezzi tra i migliori mai scritti da azagthoth; ‘rapture’, ad esempio, è tutto ciò che potete volere dal death metal: batteria parossistica, riff tremolo, growl malvagio, break spezzacollo, rallentamenti soffocanti e un assolo unico. ma che ve lo dico a fare, gli assoli di chitarra in questo disco sono la perfezione.
se dovessi descrivere i pezzi uno per uno probabilmente pensereste che questo non è un disco dinamico. beh, avreste ragione, non lo è, sono solo mazzate dall’inizio alla fine ma è uno dei pochi dischi che riescono a farlo in maniera ispirata e coinvolgente dall’inizio alla fine, non ci sono pezzi brutti, non ci sono pezzi minori, in compenso ci sono due pezzi che sono ancora più belli e finiscono all’istante nell’olimpo del metallo: la già citata ‘rapture’ e la conclusiva ‘god of emptiness’, basata su un riff che è magia pura, roba che sicuramente mikael akerfeldt ha consumato in lacrime. è un pezzo lentissimo e trascinato con un testo quasi recitato da vincent nel suo tono profondo e disturbante, con una sezione centrale che è leggenda (chiedere ai nile per chiarimenti) e una grandissima prestazione di sandoval alle pelli.

‘covenant’ è un disco che se ne frega ti starvi simpatico, disorienta continuamente col volume, col timbro e con le strutture. potrei dirvi che ‘world of shit’ ha dei riff melodici quando aggressivi, che ‘vengeance is mine’ ha un finale col sangue agli occhi o che ‘nar mattaru’ è l’unico, bellissimo intermezzo ambientale ma questo non è un disco di cui parlare, è un disco da cui farsi travolgere e da godere in ogni suo singolo riff, la lettera c sono i morbid angel che danno fuoco al mondo intero, gettatevi nelle fiamme del caos e invocate i grandi antichi anche voi.