domenica 9 novembre 2014

fates warning, 8.11.14, audiodrome, moncalieri



già lo dissi quando uscì 'darkness in a different light': di tutta la combriccola originale del prog metal, i fates warning sono gli unici che ancora girano con la loro dignità intatta e con capacità tecniche e compositive che non hanno nulla da invidiare a nessuno dei compagni. ad esempio rispetto ai dream theater, loro sono ancora capaci di scrivere canzoni, cosa che a quegli altri non riesce ormai da ben più di dieci anni, vuoi anche per l'intelligenza che i fates hanno avuto nel non ammorbarci con 15 uscite all'anno tra inutili live, dvd, raccolte e stronzate assortite.
purtroppo però mentre quelli là riempiono i palazzetti di ragazzine urlanti, i fates warning si ritrovano ancora a suonare in una topaia immonda quale è l'audiodrome di moncalieri, uno dei locali con la peggiore acustica che abbia mai sentito, squallido pure a vedersi col fondo palco ricoperto di tristi pannelli fonoassorbenti, veramente una merda di posto.

"purtroppo" mi perdo il primo gruppo spalla. purtroppo però (stavolta davvero) mi sorbisco il secondo e il terzo gruppo spalla. ci si chiede quale giro di conoscenze e mafia abbia appioppato queste palate di schifo ad aprire per un gruppo storico. comunque, mentre suonano i primi riesco a battere il mio personale record di snake sul cellulare; mentre suonano i secondi ci riprovo ma fallisco, questo è quello che ho da dire sui supporter.

salgono poi sul palco loro e la prima cosa che è chiara è che si dovrà lottare per poter distinguere la maggiorparte delle chitarre durante il concerto, vista l'oscena risonanza del locale sulle medio-alte, pare di stare in un garage, col rullante che sovrasta tutto e la voce che per qualche miracolo riesce a venire fuori decentemente (il fonico residente è stato visto più volte farsi bellamente i cazzi suoi mentre i gruppi suonavano, dimenticandosi di aprire i microfoni e quant'altro, si chiama "mix all'italiana" se non sbaglio). alder è in forma e i suoi cali sono secondari: alla sua età canta cento volte meglio di un fintissimo labrie o di un ormai scoppiato tate, glissando gli acuti, ok, ma grazie al cazzo: cantare the eleventh hour come bis dopo un'ora e venti di concerto è cosa ardua anche a 30 anni, figuriamoci a quasi 50.

il discorso è un po' delicato. a me il concerto è piaciuto perché quelle canzoni sono imbattibili, ci sono però tutte le considerazioni del caso: tralasciando il locale di merda, un tempo alla batteria c'era mark zonder, un uomo capace di dare classe, gusto ed eleganza anche alle parti più becere e metallare di matheos. jarzombek è sicuramente bravo tecnicamente ma il confronto sui vecchi pezzi è impietoso per tocco, groove e fantasia. non rovina le cose ma è tutto un pochinino più in basso. in generale è stato il concerto di un ottimo gruppo che però una volta era un gruppo fenomenale ed inarrivabile, se avete presente le vecchie esibizioni sapete di cosa sto parlando. joey vera invece rimane il bassista pazzesco che è sempre stato, capace da solo di trascinare la ritmica in molti momenti.

ci si para il culo con una scaletta composta con estrema intelligenza che tocca tutti i momenti topici della produzione degli americani da 'inside out' all'ultimo parto. se proprio volessimo cacare il cazzo potremmo dire che un secondo pezzo da 'disconnected' oltre e "one" non ci avrebbe fatto schifo ma quando si va a ripescare chicche come "pale fire", "wish" o "point of view" c'è davvero poco da lamentarsi e farlo sarebbe ingiusto.


concerto a suo modo controverso ma che mostra un gruppo che ancora lotta e ancora ha le forze per farlo, anche grazie a un repertorio che ad oggi nel genere non conosce rivali. ci si chiede come cazzo sia possibile che nel 2014 a vedere un gran concerto dei fates warning ci siano meno di 100 persone mentre a vedere la tristezza dei dream theater (con un batterista indecente che riesce a perdere il confronto con mike portnoy, ho detto tutto) accorrano a migliaia. misteri del metallaro medio, cose che non capirò mai.

setlist:

1. one thousand fires
2. pale fire
3. part of the machine
4. a pleasant shade of gray, part iii
5. one
6. simple human
7. i am
8. through different eyes
9. the ivory gate of dreams: iv, quietus
10. a pleasant shade of gray, part xi
11. nothing left to say
12. firefly
13. wish
14. life in still water
15. monument

16. the eleventh hour
17. point of view