martedì 17 aprile 2018

prince and the revolution, 'purple rain' (2017 deluxe edition)


questa è un’appendice alla recensione di ‘purple rain’, mi occuperò della ristampa/remaster uscito nel 2017.

partiamo dal remaster e finiamo in fretta: fa schifo. tenetevi la vostra copia originale o, meglio ancora, il vinile, questa versione è super-compressa, ammazza le dinamiche e stanca le orecchie, da evitare come la peperonata a colazione.
il resto del pacchetto invece vale moltissimo poiché contestualizza benissimo il disco nel suo periodo all’interno della carriera di prince, con ben due cd ed un dvd “bonus” (il bonus trascurabile qui è il disco principale, per i motivi detti poco fa).

partiamo dal cd di materiale già edito, versioni singolo e b-sides. i singoli sono le canzoni che già conoscete (o dovreste conoscere), in versioni tagliate o allungate, dove la più interessante è lo ‘special dance mix’ di ‘let’s go crazy’ che aggiunge un’intera sezione strumentale in mezzo al brano riuscendo a non uscire dal mood originale.
della versione estesa di ‘i would die 4 u’ è invece da notare la comparsa di un sassofono (quello di eddie m) che preannuncia l’inizio imminente della collaborazione con eric leeds, oltre all’uso massiccio di percussioni (sheila e) che dona un tocco latin, un pochino fuori contesto ma ulteriore prova della creatività di prince.
delle b-side abbiamo già parlato, nulla di particolare da segnalare se non che ‘god’ è presente in entrambe le versioni e di ‘erotic city’ e ‘another lonely christmas’ sono presenti anche le versioni estese.

veniamo al bello. il secondo cd, ‘from the vault & previously unreleased’, contiene perle di vario genere di questo periodo. di alcune abbiamo già parlato (‘computer blue’ nella recensione principale), ‘our destiny/roadhouse garden’ arriveranno a breve, ‘we can fuck’/‘we can funk’ è sparsa un po’ in giro (e ne riparleremo), cosa resta? una marea di roba, ‘the dance electric’ ad esempio, che apre questo cd con undici minuti e mezzo di beat incessante e splendide linee vocali su un tessuto sonoro sintetico che suona spaventosamente moderno anche oggi. scritta per andré cymone e pubblicata sul suo terzo album, ‘a.c.’, in una versione identica ma accorciata a 4 minuti e mezzo e cantata da cymone, comunque interamente suonata da prince.
‘love and sex’ è nettamente più vicina all’universo viola, una canzone festaiola e sostenuta, fittamente arrangiata con synth e cori, non al livello del disco principale ma comunque bella.
c’è chi avrebbe addirittura preferito che ‘electric intercourse’ non venisse sostituita da ‘the beautiful ones’ in ‘purple rain’, personalmente non sono tra questi ma non si può negare il valore di questa ballata. distesa e fresca ma non senza profondità o momenti inattesi di tensione, mostra una prova vocale ancora una volta straripante, vero fulcro del brano che non conta sull’arrangiamento a incastri di ‘the beautiful ones’ ma si regge su un pianoforte morbido.
‘possessed’ è un altro pezzo forte del disco, perfetto veicolo per il lato più istrionico di prince nei concerti del tour. scritta e registrata in solitaria nell’83, è una canzone che sta più verso il suono dance/synth di ‘1999’, tralasciando la ventata rock del periodo e riportando l’ascoltatore all’orgia apocalittica che caratterizzava quel disco.
‘wonderful ass’ è un pezzo a cui evidentemente prince teneva molto, visto che ne ha registrate varie versioni con vari arrangiamenti. quella presentata qui è la versione più evoluta del periodo in cui il brano era stato (ri-)arrangiato insieme a wendy e lisa, dopo le iniziali registrazioni in solitaria del novembre ’82. è un brano che si basa sulla profonda stratificazione sonora, sulla ricchezza timbrica e su una serie di melodie eteree e stralunate, rese perfettamente dal trio di voci armonizzate. vista l’evidente mole di tempo investita nel pezzo stupisce che non sia mai stato pubblicato in un disco successivo.
se ‘velvet kitty cat’ è un divertissement trascurabile, ‘katrina’s paper dolls’ si inserisce in quella linea di brani che avrebbero dovuto comporre ‘roadhouse garden’, ipotetico disco dei revolution mai realizzato; una canzone melodica e trasognata, continuamente punteggiata dai synth. wendy e lisa sembra non abbiano contribuito al brano ma la loro influenza è abbastanza evidente.
chiude questo scrigno meraviglioso ‘father’s song’, ovvero la versione pianistica della melodia centrale di ‘computer blue’ (che nel film si vede suonare al padre di the kid). accreditata a john l. nelson, padre di prince, non si sa bene quale sia stato il suo reale contributo compositivo, forse prince gliel’ha sentita suonare quand’era piccolo, vallo a sapere. di certo è una delle melodie più belle di ‘purple rain’ e questa versione ne enfatizza la poeticità.

infine due considerazioni sul dvd. numero uno: dovete vederlo. numero due: non l’avete ancora visto?
i concerti di questo periodo sono un circo, la band è compattissima, dal febbraio ’85 si aggiunge eric leeds al sax, la scaletta è perfetta e prince è al top della forma, da qui all’89 nessuno può tenergli testa. l’aspetto sessuale della sua musica è ovviamente amplificato a dismisura (un assolo di chitarra finisce con lui che fa su e giù sul manico della fender fino a farla schizzare dalla paletta, non so se mi spiego) ma ci sono già i germi della spiritualità che esploderà pochi anni dopo, con una parte centrale in cui prince parla con dio e la catarsi finale di ‘purple rain’. per il resto ci sono le danze folli (‘let’s go crazy’-‘delirious’-‘1999’ in apertura), le atmosfere romantiche (‘do me, baby’, ‘how come you don’t call me anymore’, ‘the beautiful ones’ con un finale strappafaccia (o stracciamutande se preferite) e ‘international lover’), ci sono brani non pubblicati come ‘irresistible bitch’ o ‘possessed’ e ci sono tutti gli ovvi singoloni, molto molto molto difficile chiedere di più.


se considerate che tutto questo pacchetto ve lo portate a casa per una ventina di euro, che il booklet è corposo e contiene un track-by-track del disco scritto dai membri dei revolution oltre a foto e un artwork rielaborato, vista la quantità di materiale irrinunciabile il fatto che il remaster del disco possiate buttarlo via diventa piuttosto irrilevante.