venerdì 22 luglio 2011

cathedral, "endtyme"



era marzo 1986 quando mick harris decise di rompere le frontiere dell'estremismo sonoro fondando i napalm death e dando il via alle sessioni di registrazione di quel capolavoro chiamato "scum". la leggenda vuole che durante quelle registrazioni il cantante del gruppo fosse perennemente ubriaco fradicio e justin broadrick, allora chitarrista dei napalm, dovesse fargli cenno quando doveva iniziare ad emettere urla disumane.
quel cantante era lee dorrian che tre anni dopo avrebbe lasciato i napalm death per realizzare il suo sogno: creare un gruppo in cui dare libero sfogo al suo fanatismo per i black sabbath. ebbene si, passò direttamente da un estremo all'altro, dai selvaggi blast beat a velocità siderali dei napalm a un gruppo il cui brano più veloce (almeno nel primo disco) sarebbe stato considerato come un mid-tempo da qualsiasi band metal media. quel gruppo sono i cathedral ed il primo indimenticabile disco si chiama "forest of equilibrium".
da allora la rotta dei cathedral si è spostata, andando a lambire lidi di un qualcosa che potrebbe essere definito come "doom rock n' roll", passando anche per la collaborazione per eccellenza a cui un gruppo del genere possa aspirare: avere Tony Iommi ospite su un proprio disco ("the carnival bizarre"). così si perse traccia di quella lentezza claustrofobica che aveva caratterizzato i primi passi di leo e soci. nel 2001 accadde però un miracolo. dorrian deve aver fatto un brutto sogno una notte (ovviamente un brutto sogno per lee dorrian vuol dire sognare colori, felicità e coniglietti rosa) che l'ha portato a concepire un disco putrido come "endtyme".

un capolavoro. un prepotente ritorno a suoni cupissimi e rallentati, con un'aura quasi mistica ad avvolgere ogni brano. i black sabbath sono sempre lì, questo è un dato di fatto, basti sentire l'incipit di "alchemist of sorrow" o le mille parti disseminate qua e là in mezzo ai pezzi, puro Iommi-sound. è un difetto? dipende dai punti di vista. quello che non è opinabile a parer mio è che un pezzo come "requiem for the sun" sia un monolite fatto di buio e pece che toglie il fiato. non si può discutere il fatto che avere un'intro come "cathedral flames" con a seguito "melancholy emperor" sia quasi come barare (nel gioco del Doooom, of course), sia un colpo basso per chi potrebbe vivere di suoni del genere.
citare tutti i brani non avrebbe senso? sticazzi. non ce n'è uno che valga meno, dalla più movimentata "whores to oblivion" ai 9 minuti di "ultra-earth", in equilibrio tra una psichedelia oscura e bordate di lenta oscurità accecante. passando per i clamorosi(ssimi) richiami ai sabbath della già citata "alchemist of sorrow" per il lato hard e di "astral queen" per quello più morbido e psichedelico (si chiamava "planet caravan" se non erro) che però, ci tengo a sottolinearlo, non danno assolutamente fastidio, anzi, sono pienamente apprezzabili in quanto "strumentalizzazioni di un suono già utilizzato" per ottenere scopi diversi. dai, onestamente, mettiamola così: i black sabath non fanno più di queste cose, ora le fanno i cathedral e le fanno in modo divino, quindi perché lamentarsi? "sea serpent" è forse il pezzo più canonico del disco, probabilmente perché quello che viene dopo è il vero massacro: "templars arise!", 14 minuti posti in chiusura dell'album, la colata di Dooooom definitiva, una lentissima marcia (ma proprio marcia) verso il nulla, verso l'asfissia totale, un trip senza ritorno con dorrian a far da caronte col suo cantato perennemente sgraziato, grattato, melmoso ed affascinante all'inverosimile.

la cosa divertente in tutto questo è che l'anno successivo dorrian stesso farà ancora di peggio, unendo le forze con justin greaves, greg anderson e Stephen O'Malley (che, ricordiamolo, è il Male, nonchè l'autore della meravigliosa copertina di"endtyme") formando i teeth of lions rule the divine e pubblicando un capolavoro epocale, la versione ancora più estrema di questo "endtyme". in poche parole, dorrian nel giro di due anni e due dischi ha riassunto perfettamente tutto ciò che il Dooooom era, è, e sempre deve essere. per questo noi lo vogliamo a capo del mondo.