lunedì 7 settembre 2020

motorpsycho, 'the all is one'


nel 2019 i tre norvegesi hanno registrato una quantità di materiale enorme, in varie forme, in vari studi, per vari progetti. parte di queste registrazioni erano per il bel disco del cantautore ole paus, in cui i motorpsycho insieme a reine fiske accompagnavano il poeta con bellissimi bozzetti progressive squisitamente retrò. ecco ora giungere un’altra ora e mezza di musica da quel periodo, registrata in due diverse sessioni, una in francia e una in norvegia. dalle sessioni francesi (ancora con fiske) arrivano i pezzi che aprono e chiudono il disco, tra i più diretti e melodici che il gruppo abbia pubblicato da almeno dieci anni, mentre da quelle norvegesi arriva il clou del discorso, la suite ’n.o.x.’ di 42 minuti, in compagnia di lars horntveth dei jaga jazzist (tastiere e lap steel) e ola kvernberg agli archi.


l’unica grossa critica che ho da fare al disco è l’orrenda divisione delle tracce: la suite viene troncata alla fine del primo cd per riprendere nel secondo, se nell’edizione digitale questo è un problema minore, in quella fisica risulta essere una enorme stronzata. inoltre la scelta di mettere altri 20 minuti di musica dopo una suite di 42 fa sì che l’ascolto di questi ultimi sia appesantito e non ne valorizza le qualità. personalmente avrei apprezzato molto di più la divisione netta in due cd tra pezzi e suite, se non una pubblicazione della sola ’n.o.x.’ che sarebbe risultata in un disco più che memorabile. tant’è, facciamo i conti con quello che abbiamo.


i pezzi “normali” sono motorpsycho che di più non si può: basso potente e fantasioso, batteria dal tiro micidiale (tomas järmyr sembra finalmente più inserito e presente nelle trame del gruppo), chitarre sature che riempiono tutto, delicati momenti acustici, tutto coronato da armonie di voce quasi prese di peso dagli yes. i riferimenti sono quelli degli ultimi 10-15 anni, da (appunto) gli yes ai king crimson ma con forti dosi dei crosby, stills & nash più elettrici e un gusto strutturale negli arrangiamenti che ricorda gli amati grateful dead. ‘the all is one’ e ‘like chrome’ funzionano alla grande ma non stupiscono, ‘the same old rock’ incanta per dinamiche e melodie e lo stesso si può dire di ‘magpie’ o ‘dreams of fancy’, non ci sono pezzi brutti, ma…


ma ’n.o.x.’ è a un altro livello. è un capolavoro di equilibrio strumentale che nel suo svolgersi in cinque parti accumula e rilascia tensione in continuo, passando da ostinato dispari quasi jazz-rock serrati e cavalcanti a oasi di psichedelia oscura, giocando con arrangiamenti di archi (contiene un assolo di violino che vi farà cadere la mascella) e con i deliziosi interventi di lap steel in una struttura tortuosa ma fluida e lineare, con passaggi che vanno dal liquido a stop ’n’ go pazzeschi. sembra di sentire una versione espansa di ‘big black dog’, sia per suoni che per ispirazione, con un mix da brividi a tenere insieme la baracca (questo anche nei pezzi “francesi”). 

non si inventano niente di nuovo, ci sono tracce dell’epicità di ‘death defying unicorn’, del prog di ‘here be monsters’ e della caotica psichedelia di ‘heavy metal fruit’, semplicemente la composizione del brano è ispirata e il tutto risulta come una delle migliori prove in studio dello straripante talento dei motorpsycho.


facendo una media, purtroppo il valore dell’opera totale è abbassato dal troppo materiale e dalla sua maldestra organizzazione; questo però non deve assolutamente fermarvi dall’ascoltare ’n.o.x.’ perché è uno dei momenti più alti nella lunga storia dei motorpsycho. in generale comunque ‘the all is one’ è il miglior lavoro del gruppo da un po’ di anni, superando il pur buon ‘the tower’ e il deludente ‘the crucible’.

se solo non ci fosse una cazzo di pandemia, dal vivo ne vedremmo delle belle.