giovedì 24 settembre 2020

grip inc., 'solidify'


al terzo disco, i grip inc. centrano in pieno il loro personale capolavoro: ‘solidify’ porta al culmine il suono del gruppo grazie a un’evidente stato di ispirazione in fase compositiva unito ad un’altra prestazione maiuscola di tutti i componenti.


l’aggressione si fa più psicologica ma non meno fisica, i tempi medi rallentano ma la batteria di lombardo garantisce sempre una botta allo stomaco. sono soprattutto le chitarre di sorychta ad essere protagoniste: non c’è un riff sbagliato, ogni incastro è perfettamente studiato per mantenere il groove costante, anche nei momenti più veloci (la selvaggia ‘amped’ è un esempio perfetto di ferocia controllata), il suono è pieno, articolato, dinamico e stratificato, con il tono tagliente ma corposo che abbiamo imparato ad amare nei primi due album reso ancora più efficace da una produzione perfetta.

le coordinate sonore generali non variano tantissimo da ‘nemesis’: per quanto ci si trovi meno velocità e parossismo, il groove-metal dei grip inc. ha trovato la sua dimensione e ora la esplora a fondo.


come dicevo, i pezzi sono tutti belli e non ci sono cali di tensione. ci sono però dei picchi, una manciata di canzoni che spiccano su tutte: ‘amped’ è velocità e aggressione ma le chitarre geometriche la rendono subdola e rotolante mentre chambers si distrugge l’ugola; ‘griefless’ invece è dinamica e cadenzata, pesantissima nel suo riff principale ma tremendamente groovy e drammatica nel crescendo che accompagna l’assolo, mentre chambers mostra una dinamicità fin qui inedita; ‘vindicate’ potrebbe essere usata come biglietto da visita per il gruppo, un 5/4 roccioso con lombardo a trascinarsi tutti e una vena industriale e paranoica che la attraversa (notare i synth bassissimi negli ultimi ritornelli, un espediente che per tecnica fa venire in mente il piano di ‘rock ’n’ roll’ degli zeppelin). ma come non citare l’entrata a gamba tesa di ‘isolation’, le geometrie oblique di ‘foresight’ o la tensione melodica teatrale di ‘human?’, per non parlare dell’incredibile finale del disco con i controtempi mozzafiato di ‘verrater’ e la creatività sciolta dello strumentale ‘bug juice’ in cui trova posto anche un solo di batteria. 


‘solidify’ è un disco compatto, ispirato e riuscito dall’inizio alla fine, la dimostrazione di come nel 2000 si potesse fare metal creativo e fantasioso ma con un impatto fisico ed emotivo sempre travolgente, è il momento più alto nella carriera di un gruppo tragicamente sottovalutato. se vi piace il metal e non avete mai sentito ‘solidify’ correte subito ai ripari, non ve ne pentirete.