domenica 19 dicembre 2021

full of hell, 'garden of burning apparitions'


la parola “compromesso” non fa parte del vocabolario dei full of hell, in nessuno dei suoi possibili significati. quando hanno chiamato ospiti illustri (kurt ballou, lingua ignota, the body) l’hanno fatto per metterli al servizio dei pezzi e non per mettere un adesivo sulla copertina del disco.

’garden of burning apparitions’ toglie di mezzo tutte le presenze esterne (unica eccezione il clarinetto basso di shoshana rosenberg in ‘murmuring foul spring’) e ci dona 21 minuti di full of hell al massimo della loro ferocità in un ritorno al più puro grind con tinte hardcore come fu nei primi album del gruppo.


le povere corde vocali di dylan walker vengono costantemente martoriate in urla, growl e versi infernali orrendamente distorti e maciullati mentre le chitarre macinano riff su riff, uno più bello dell’altro, portando con loro più di 30 anni di tradizione e innovazione del genere (napalm death, today is the day, nasum, converge). la sezione ritmica è un treno merci che viaggia attorno ai 600 km all’ora il cui unico obiettivo è mischiarvi completamente le ossa.

gli echi death  di ‘asphixiant blessing’, le derive puramente noise di ‘derelict satellite’, le scariche di schiaffi di ‘burning apparition’, il grandioso break industrial-death di ‘urching thrones’, l’inaspettata vena today is the day/melvins di ‘reeking tunnels’, il disco non conosce punti deboli. la finale ’celestial hierarch’ è l’unica canzone a tentare una via più dinamica con rallentamenti evocativi in un mare di feedback assassini ricordando certi brani di ‘weeping choir’.


la produzione è animale: mix caotico al punto giusto, compressione spietata e sconsiderata (più del solito), una ginocchiata sul naso da ogni punto di vista.

ancora una volta, impossibile chiedere di più. i full of hell abbandonano la vaga “ricercatezza” dei due capitoli precedenti e si gettano nel tritacarne senza guardare indietro, un altro gioiellino di estremismo totale in una discografia che è sempre più un miracolo.