domenica 2 maggio 2021

rush, 'snakes and arrows'

una volta rimessa in moto la macchina, i rush non tardano a dare un seguito a ‘vapor trails’, il disco della rinascita.

dopo un processo di produzione tranquillo e senza intoppi, il primo maggio del 2007 il gruppo presenta al mondo ‘snakes and arrows’ e ancora una volta restiamo tutti a bocca aperta: i tre sono riusciti a mantenere se non ad alzare la qualità delle composizioni e questa volta c’è un mix perfetto a valorizzarle, nonostante ancora una volta il mastering sia troppo spinto ma non in misura criminale come per il disco precedente.

come produttore questa volta viene scelto nick raskulinecz, giovane produttore grande fan della band che si è già fatto notare con ‘one by one’ e ‘in your honor’ dei foo fighters e avrà grandi successi in futuro (incluso produrre l’ultimo album di sempre dei rush). raskulinecz è giovane, energico e spinge per un suono live e meno artificioso possibile, scelta azzeccata che porta ad un mix sublime.


poco da dire, ancora una volta si attacca frontalmente, questa volta con ‘far cry’ che nell’introduzione cita addirittura l’accordo di apertura di ‘hemispheres’ (un accordo sospeso di settima maggiore con aggiunta di settima minore) prima di esplodere in un gran riffazzo. c’è un’attenzione maggiore alle melodie e alla stratificazione dei suoni, forse come conseguenza del disastro di mix e mastering di ‘vapor trails’, ci sono più aperture e in generale i pezzi sono più ariosi, sia come armonie che come timbri. rispetto a quel disco inoltre ‘snakes and arrows’ presenta una qualità media ancora più alta e dei pezzi che sono veri capolavori di rush sound: oltre a ‘far cry’ c’è subito ’armor and sword’, con le sue aperture commoventi, poi ’workin’ them angels’, che prosegue la linea di ‘vapor trails’ ma in maniera meno opprimente dando modo a lifeson di giocare anche con un bouzouki, la splendida ‘the way the wind blows’ dall’andamento ondeggiante, il pezzo preferito di neil di tutto il disco. c’è il divertentissimo quanto breve strumentale ‘malignant narcissism’, un incubo tecnico compresso in due minuti, ma sopra a tutto spicca ‘the main monkey business’, per chi scrive uno dei 10 migliori brani mai scritti dal gruppo. è uno strumentale dalle atmosfere esotiche in cui la struttura continua a cambiare mentre i tre musicisti tessono tre trame parallele: geddy è una pulsazione nello stomaco, alex satura il suono stratificando chitarre su chitarre ma ancora una volta gli occhi sono tutti per neil e per la sua prestazione strabiliante in cui tamburi e sample si mschiano continuamente in un gioco di colori e timbri che è arte allo stato puro.


i pezzi restanti sono tutti buoni e fanno notare una maggiore linearità e melodicità rispetto al passato, un ammorbidimento che non va minimamente ad infierire sulla raffinatezza e complessità degli arrangiamenti che continuano ad avvalersi di parecchie sovraincisioni vocali di geddy, oltre alle tante chitarre e alle tastiere e synth che tornano a dare profondità al suono ma senza mai essere protagonisti.


se ‘vapor trails’ li ha riportati alla vita, ‘snakes and arrows’ ha ricordato al mondo che non ci sono cazzi, loro sono i migliori e nessuno li batterà mai al loro gioco. 33 anni di carriera e ancora in grado di migliorarsi e progredire, non sono molti i musicisti che possono dirlo.