giovedì 12 novembre 2020

sex swing, 'type ii'


i sex swing sono una sorta di supergruppo che riunisce insieme musicisti provenienti da mugstar, dead neanderthals, earth e altre realtà tra le più interessanti del panorama psych attuale. se il loro primo disco era una sorta di prova generale per tastare le potenzialità del progetto, ‘type ii’ è un mostro multisfaccettato che si è imposto nel 2020 come uno dei migliori dischi rock dell’anno.

la musica dei sex swing è ipnotica e paranoica, con una vena rituale che può riportare alla mente gli incredibili dead skeletons ma un approccio strumentale che sa di noise rock (sonic youth e/o birthday party); la sua ossessività vi farà pensare al post-punk ma siamo in altri territori, per quanto l’influenza sia presente; allo stesso modo certe intuizioni timbriche e stratificazioni sanno di glenn branca da un miglio di distanza ma non ci si spinge mai nell’astrattismo sonoro del compianto maestro.
in più troviamo l’aggressione frontale di un sax che esce per urlarti in faccia e di una batteria inarrestabile, il battito di base su cui si svolgono gli psicodrammi delle canzoni fatti di riff obliqui e spigolosi, synth dissonanti, violino, chitarra baritona, un basso in eterna spinta in avanti e le lugubri litanie della voce. ma prima di tutto ‘type ii’ è un disco di gruppo in cui nessuno strumento svetta veramente, è tutto parte del fantastico magma sonoro generato dai sei spostati.
tutto questo è splendidamente tenuto insieme da un mix sporco e impastato e dal sempre grandioso mastering di james plotkin.

i pezzi sono tutti belli ma qualcuno riesce ad essere ancora di più, come ad esempio la nevrotica ‘valentine’s day at the gym’, un crescendo noise-kraut con le litanie di dan chandler a salire insieme alle tessiture strumentali del gruppo, continuamente disturbate da rumori digitali, distorsioni, glitch e quant’altro. notevole sicuramente l’impatto di ‘the passover’ in apertura, forse ancora di più lo è la percussività industriale della caotica ‘la riconada’ ma tanto la menzione d’onore va tutta alla conclusiva ‘garden of eden/2000 ad’, 9 minuti di alienazione sonora in cui la tensione non fa che aumentare e aumentare, sostenuta dall’implacabile riff di chitarra su cui cresce la ritmica e resa continuamente viva dagli interventi degli altri strumenti, fino alla parossistica esplosione verso il settimo minuto che travolge tutto in un’onda di rumore accecante che è tanto violenta quanto catartica.

l’anno scorso è successo qualcosa di simile con l’indimenticabile ‘the talkies’ dei girl band, un disco fenomenale (sempre in territori noise) che per qualche motivo è stato travolto dall’inutile e ingiustificato carrozzone mediatico per quei ragazzini mediocri che si chiamano fontaines dc (lasciateli perdere, fidatevi, solo fumo negli occhi). perché è stato simile? perché anche quest’anno gli stessi ragazzini hanno fatto un secondo disco (inutile, ripetitivo, derivativo e sciacquapalle) che sta già venendo incensato dai “critici che contano” mentre figate come questo ‘type ii’ o ‘ultimate success today’ dei protomartyr vengono quasi ignorati. il mondo è bello perché è vario, a tutti piacciono i clash, che bisogno avessimo di una loro tribute band ancora non è chiaro, io continuo coi sex swing, provate un po’ e poi ditemi voi.