martedì 14 maggio 2013

elio e le storie tese, "l'album biango"



"studentessi" era stato una sorpresa davvero bella da parte degli elio. dopo un disco strano come "craccraccriccrecr" e uno brutto come "cicciput", la ventata di ispirazione di "studentessi", nella composizione come negli arrangiamenti e nei testi, aveva rialzato in modo deciso le quotazioni dei milanesi.
questa volta non è andata così.

la scorsa volta a sanremo il gruppo ha dato vita ad un qualcosa che è rimasto nella memoria collettiva italiana: 'la terra dei cachi' è diventato istantaneamente uno dei brani più conosciuti e significativi della musica italiana, anche per chi considera gente come vasco rossi o ramazzotti come "musica di qualità".
nel 2013 invece il gruppo si presenta con due brani, uno bello e uno inutile. quello bello viene scartato alla prima serata, quello inutile arriva secondo al festival. 'la canzone mononota' è un esercizio di stile vuoto e ridondante che stupisce al primo ascolto ma al secondo ha già rotto il cazzo. 'dannati forever' invece, qui posta in apertura del disco, è un bel pezzo con un gran tiro, un testo simpatico seppur non eccezionale e un'arrangiamento tutto sanremese.

ma "l'album biango" purtroppo non mantiene il livello del suo inizio. il gruppo va perlopiù sul sicuro, senza mai mostrare grossi picchi di ispirazione ma rasentando troppo spesso il fondo.
funzionano bene 'amore amorissimo' e 'il ritmo della sala prove' (la quale snocciola una serie di verità assolute sulle sale prova che chiunque abbia suonato uno strumento nella vita non potrà non apprezzare), benissimo 'luigi il pugilista' e il 'tutor di nerone', senza dubbio le due migliori canzoni del disco. poi però canzoni scialbe e inutili come 'enlarge your penis', 'una sera con gli amici' o 'lampo' spezzano il ritmo senza infamia né lode. vero, senza mai cadere in basso come 'shpalman', però ci vanno vicine. in più sul finale il disco va di nuovo ad inabissarsi nell'esercizio di stile fine a sé stesso con 'come gli area' e 'complesso del primo maggio' che, esattamente come 'la canzone mononota', fanno sorridere ad un primo ascolto ma poi si rivelano come degli effetti speciali di michael bay: grandi esplosioni e niente film. mancano melodie ispirate e genuine idee per i pezzi, architetture costruite per far scena e nascondere la poca sostanza alla base (un po' come tutta la carriera dei queen).

stupendo invece il pezzo effettivamente suonato dagli area, 'reggia (base per altezza)',così come bellissime sono molte delle intro. il vero colpo di genio in questo senso è la ghost track: una versione da 7 minuti della canzone mononota per sola voce e cassa in 4. inutile invece la successiva riproposizione di 'come gli area' in versione strumentale (guarda caso come fu per 'pagano' su "cicciput"...).

poco altro da dire e questo è il vero problema: "l'album biango" è un disco molle, non troppo ispirato e con pochi momenti davvero entusiasmanti. peccato, tornerò ad ascoltare "eat the phikis".


http://grooveshark.com/#!/album/L+Album+Biango/8925980