venerdì 5 luglio 2013

neurosis, magnolia, segrate, 4.7.2013




ce ne sono di gruppi che ci provano. provano a fare questo, provano a fare quello. prendi gli ufomammut, ad esempio. son simpatici, son bravi ragazzi, ci provano ma al terzo disco erano già senza idee, in più con un batterista completamente privo di groove o inventiva e con un pessimo suono. il loro contratto con la neurot rimane uno di quei grandi quesiti dell'era moderna ma li porta, per la seconda volta, ad aprire per i neurosis in italia. son migliorati, hanno un suono simpatico e catchy ma i pezzi sono quello che sono. sufficienti.

per fortuna ce ne si dimentica in fretta: salgono i neurosis in quel del magnolia. ora, ammetto che ero molto molto molto molto molto molto molto molto MOLTO contrario al fatto che suonassero in quel posto che un paio di anni fa ci ha fatto "sentire" gli eyehategod a volume radiolina. però già il solomacello di quest'anno, per quanto avesse una lineup oscena, triste e insignificante (grandi vincitori gli zeus che han fatto il culo a tutti), ha rivelato dei suoni molto migliorati e un volume quantomeno degno di essere definito tale.
infatti non c'è lamentela al riguardo: i suoni sono perfetti, opera del sempre eccezionale tecnico della band, e il volume si fa notare.

per il resto non ho parole. questi 5 (assenti le proiezioni di graham che ha lasciato la band nel 2012) salgono sul palco e devastano l'aria attorno a loro, la violentano con vibrazioni ancestrali provenienti da mondi sconosciuti. le voci di kelly e von till squarciano lo spazio con una ferocia che ha dentro di sé tutta la disperazione dell'umanità mentre roeder si conferma batterista micidiale, generatore di una potenza mastodontica nonché portatore di quella vena tribale ritrovata recentemente dal gruppo. landis è un personaggio a sé ma i suoi synth riempiono ogni minimo spazio lasciato vuoto con suoni dei grandi antichi che ci osservano da oltre le stelle mentre edwardson è l'ancora col pianeta terra, solida base di bassi megagigaultrapropriogrossi.

essendo il tour del disco, ben quattro pezzi vengono suonati da "honor found in decay" tra cui spiccano, come da disco, la profonda at the well e la lancinante bleeding the pigs, uno dei due momenti più alti di tutto il concerto. l'altro è stato the tide. hanno fatto the tide. ho pianto. c'era von till che sussurrava e kelly che urlava e i suonini e poi era tutto FOTTUTAMENTE GIGANTESCO. 
poi le mazzate di times of grace e la pissichedelia di distill. poi, siccome che loro ci vogliono bene, giustamente chiudono il concerto su una nota lieta, sparandoci in faccia una locust star che ha un impatto equivalente a QUESTO che vi arriva in faccia.

per farla breve, in tanti ci provano, in pochi ci riescono, nessuno lo fa come i neurosis. su disco ultimamente possono lasciare perplessi, dal vivo sono una sicurezza, un punto fermo su cui poter contare sempre: se avete voglia di farvi radere al suolo mente, anima, corpo e spazi ancestrali, andate a vedere i neurosis, non rimarrà che una poltiglia verdastra di voi.


setlist:

my heart for deliverance
at the end of the road
times of grace
distill (watching the swarm)
at the well
the tide
we all rage in gold
bleeding the pigs
locust star