martedì 2 aprile 2013

steven wilson, teatro della luna, assago, 28-03-2013






e finalmente, con ritardo clamoroso, eccomi a parlare del ritorno di steven wilson sui palchi milanesi, a quasi un anno esatto dalla memorabile data all'alcatraz. un anno che ha visto la pubblicazione di due live, uno carino ("catalogue preserve amass") in cd e uno superlativo in dvd/bluray/cd/sticazzi ("get all you deserve"), e soprattutto dello splendido "the raven that refused to sing" che ha quasi bissato la grandiosità del suo eccelso predecesore, "grace for drowning".

inoltre la formazione vede l'ingresso del fenomenale guthrie govan alla chitarra, in sostituzione di niko tsonev che era sì piaciuto, ma anche rimasto un pochino anonimo, superato oggi dalla classe e dal suono pazzesco del lungocrinito inglese.

proprio dall'ultima fatica in studio parte il concerto, dopo una mezzora di proiezioni di facce mostruose che si fondono con una luna piena, tutto accompagnato da una nuova composizione dei bass communion. la tripletta luminol/drive home/pin drop presenta tutti i tratti salienti del concerto: suono cristallino e perfetto e musicisti in gran forma ricreano perfettamente le atmosfere misteriose dell'ultimo disco. wilson continua a migliorare come cantante e regge tutto il concerto in modo ottimo, suonando anche chitarra, mellotron e basso, beggs è una macchina del groove, passando anche allo stick con effetti devastanti su una holy drinker da lacrime e la sua sincronia con minneman ha del sovrannaturale; purtroppo ancora una volta, nonostante il nuovo disco, non mi ha affatto convinto proprio minneman, tecnicamente da incubi ma a mio modesto parere troppo sbrodolone e tamarro per molti pezzi. (wilson ci informa per altro che questa è la sua ultima data con la band per motivi contrattuali. in america verrà sostituito da... chad wackerman. pessimismo e fastidio.)
ad ogni modo nulla di tutto ciò infierisce più di tanto sul risultato finale per cui non sto a lamentarmi troppo. e poi c'è guthrie govan, con QUEL suono e quelle dita può fare qualsiasi cosa voglia ma, al contrario del compare e amico batteraio, il gusto lo porta sempre verso accompagnamenti o assoli magnetici che risaltano nel complesso senza mai essere sopra le righe.

eroi assoluti per quanto mi riguarda sono stati adam holzman e theo travis. il primo, grazie ad una tecnica che gli garantisce un controllo straordinario, si lancia in assoli di gusto jazz rock (che non è fusion) animati da vene melodiche di classe assoluta oppure arricchisce gli arrangiamenti con un pianoforte dal retrogusto classico che tanto sa di tony banks a modo suo. e come non pensare ai genesis quando il flauto traverso di theo travis si muove sinuoso sui leggiadri accordi della parte centrale di luminol? difficile rimanere indifferenti poi quando il suo sax o clarinetto portano di prepotenza il jazz su schitarrate hard da manuale.

i momenti migliori del tutto per me sono stati sicuramente l'infernale the holy drinker, the watchmaker con tanto di video d'introduzione (ed effetti sonori che forse forse ricordavano vagamente time dei pink floyd), la sempre splendida index e il trittico finale, apice assoluto dello show: raider ii, lunga discesa in un abisso frippiano senza ritorno, the raven that refused to sing, accompagnata dal commovente video, vero climax emozionale del concerto, e, a sorpresa... l'esecuzione completa di radioactive toy dal primo disco dei porcupine tree. 12 minuti di psichedelia liquida che risvegliano ombre di un passato chiamato "coma divine" e incantano il pubblico, ipnotizzato di fronte a cotanta grandiosità.

mi pare che non ci sia gran bisogno di conclusioni. chi segue il blog sa cosa penso di steven wilson e questo concerto non ha fatto altro che confermare ulteriormente il mio pensiero: non è un innovatore ma è originale e genuino, non è uno strumentista tecnico ma un fine compositore ed un ascoltatore professionista. in poche parole, c'è tanta gente che prova a fare progressive oggi. wilson arriva e mostra a tutti come farlo meglio. che robert fripp lo benedica per questo. ah, già. l'ha già fatto.


scaletta:

luminol
drive home
the pin drop
postcard
the holy drinker
deform to form a star
the watchmaker
index
insurgentes
harmony korine
no part of me
raider ii
the raven that refused to sing
radioactive toy