giovedì 1 agosto 2019

ulver, 'drone activity'



il drone è un genere bastardo: c’è una sottile linea di confine che divide quelli che lo fanno con significato e profondità da quelli che lo fanno per il gusto di evocare l’oscurità tramite volumi orrendi.
difficile trovare un gruppo nel genere che sia riuscito ad essere consistente nella qualità delle pubblicazioni, gli stessi sunn O))) hanno toppato almeno un paio di uscite girando a vuoto, forse giusto gli earth del primo periodo.

gli ulver col drone ci hanno flirtato spesso e volentieri, fin da quel ‘perdition city’ che presentò al mondo la nuova veste sonora del gruppo; hanno lasciato che si infiltrasse subdolo nelle texture di ‘shadows of the sun’, l’hanno usato per aumentare la drammaticità dello splendido ‘messe i.x–vi.x’ e poi c’è stato il disco coi sunn O))) (piuttosto scontato e deludente in verità, con entrambe le parti a fare il loro ruolo, nulla più e nulla meno) e infine le colate soniche di ‘atgclvlsscap’.

‘drone activity’ è la registrazione di un concerto speciale commissionato dalla red bull music e tenutosi ad oslo. ci sono almeno un paio di punti che lo collegano a ‘atgclvlsscap’: il primo è lo svolgersi libero dei brani, meno meccanico dei vecchi dischi elettronici, molto più fluido e aperto; poi la chitarra di stian westerhus che con i suoi suoni digitali marchia molte parti del disco, esattamente come succedeva nell’album del 2016; per concludere c’è la natura semi-improvvisativa dei brani e il fatto che siano registrati dal vivo, altre cose in comune con quell’episodio.

come avrete intuito, è un disco puramente drone strumentale in cui gli strati di suono si accumulano per creare costruzioni sonore focalizzate soprattutto sul timbro.
purtroppo la differenza principale con i disconi citati finora è che ‘drone activity’ non è a livello: troppo spesso suona privo di contenuto e le soluzioni (timbriche, melodiche e strutturali) utilizzate dal gruppo si rivelano già sentite e prevedibili. ci sono dei suoni fantastici, soprattutto westerhus col suo arsenale infernale riesce a farsi notare sopra al mare di droni, eppure manca quel qualcosa che rendeva ‘atgclvlsscap’ vivo, sembra più di ritrovare l’effetto del mediocre ‘wars of the roses’ per certi versi, un compito svolto bene ma senza nessuna sorpresa o evoluzione.

purtroppo, nell’anno in cui i sunn O))) sono tornati ad alti livelli, gli ulver si accontentano di ricordare ai fan che sono ancora vivi ma senza scuotere né sorprendere, con un disco transitorio (si spera) e, per quanto non propriamente brutto, abbastanza inutile. sarà per la prossima volta, non ho dubbi.