tra le varie uscite dei boris degli ultimi tempi, ‘w’ è il disco che mi è piaciuto di più e a cui sono tornato più spesso. pesantezza e spazio infinito, melodia e distorsione, un album che non sorprende ma rapisce. ma del resto ormai dei boris ci fidiamo anche a scatola chiusa.
https://boris.bandcamp.com/album/w
ben bondy, ‘camo’
qui parliamo di ambient a livelli altissimi, bondy utilizza una tavolozza che non è certo unica nel panorama moderno ma con questi colori riesce a restituire una musica che respira e vive di accidenti proprio come la realtà, anch’essa sfruttata con field recordings vari. wow.
https://www.youtube.com/watch?v=RdomHQ8FIBQ
john zorn/bill laswell, ‘the cleansing’
zorn finalmente imbraccia di nuovo il sax e lo fa in duo con la leggenda del basso bill laswell per un disco che propone una prospettiva (ovviamente) inusuale ma neanche troppo, con zorn a scaldarsi sempre di più e laswell a gestire una quantità enorme di suoni che arrivano anche a distorsioni davvero maleducate. sempre un piacere.
krallice, ‘crystalline exhaustion’,‘psychagogue’
il primo è un pacco, roba ritrita con una produzione piatta e insulsa, il secondo invece riprende qualche idea dello spettacolare ‘demonic wealth’ e risulta più incisivo e riuscito, quindi buttatevi direttamente su ‘psychagogue’.
https://krallice.bandcamp.com/album/crystalline-exhaustion
https://krallice.bandcamp.com/album/psychagogue-3
black country, new road, ‘ants from up there’
molti sono impazziti per questo disco, io ho tanto amato il primo ma sono rimasto piuttosto indifferente di fronte a questo. non che faccia schifo, le ottime idee non mancano ma la voce è stucchevole e mancano sbalzi, tutto un po’ troppo teen.
https://blackcountrynewroad.bandcamp.com/album/ants-from-up-there
animal collective, ‘time skiffs’
ma stato fan degli animal collective, li ho sempre trovati spocchiosi e freddi, mi sono però sorpreso a riascoltare più volte questo disco e in poco avevo metà dei ritornelli in testa. gli arrangiamenti sono più grateful dead che mai e le canzoni funzionano, bravi.
https://anmlcollectve.bandcamp.com/album/time-skiffs
raum, ‘daughter’
questo duo americano torna a nove anni dal primo disco con un album in cui con drone, ambient e field recordings si recupera la lezione di brian eno e se ne da una convincente interpretazione moderna. non rivoluzionario ma senza dubbio molto molto bello.
https://grouper.bandcamp.com/album/daughter
author & punisher, ‘krüller’
l’immagine di tristan shone mi ha colpito fin dall’inizio e vederlo dal vivo è stato un’esperienza ma i suoi dischi non mi hanno mai entusiasmato. in ‘krüller’ invece si trovano forse le migliori canzoni mai scritte dall’americano e l’album è un piacere dall’inizio alla fine.
https://authorandpunisher.bandcamp.com/album/kr-ller
imarhan, ‘aboogi’
quintetto tamashek algerino, gli imarhan si sono costruiti il loro studio al confine col deserto e con ‘aboogi’ si inseriscono prepotentemente nel panorama già composto da tinariwen (due di loro partecipano al disco), mdou moctar, bombino e altri. rock blues del deserto che sa di sabbia e sole ardente, ancora non a livello degli altri nomi forse ma comunque molto bello.
https://imarhan.bandcamp.com/album/aboogi
napalm death, ‘resentment is always seismic- a final throw of throes’
è solo un ep, sono sono gli “scarti” dell’ultimo disco, ma siccome l’ultimo disco era una bomba, anche questo ep non è molto da meno e infila 7 pezzi (più una cover dei bad brains) uno meglio dell’altro, fino all’apoteosi finale della title-track, non perdetevelo.
https://www.youtube.com/watch?v=4HueV8Bh_dU
bunuel, ‘killers like us’
avete un costante bisogno di jesus lizard e affini? vi manca il primo teatro degli orrori? ecco ‘killers like us’, tutto per voi, salite in macchina e alzate il volume.
https://profoundlorerecords.bandcamp.com/album/killers-like-us
blood incantation, ‘timewave zero’
hanno fatto uno degli album death metal migliori degli ultimi anni ma quest’anno i blood incantation ci hanno dato un album ambient-dungeon-vintage che si saranno sicuramente divertiti a fare ma non dice proprio un cazzo di niente. peccato.
https://bloodincantation.bandcamp.com/album/timewave-zero
an evening redness, ‘an evening redness’
questo duo americano ha pubblicato un esordio molto carino, sei quadri sonori tra americana, folk, drone e doom in cui le strutture si sfaldano per dipingere la vastità degli spazi americani. molto carino, lo prendo come una promessa.
https://transylvaniantapes.bandcamp.com/album/an-evening-redness
caroline, ‘caroline’
se i black country, new road mi hanno lasciato piuttosto perplesso, questo esordio dei caroline invece è una bomba. si parla sempre di rock sfilacciato, decostruito e “post” ma c’è un elemento più emozionale che rende il disco davvero godibile.
https://caroline.bandcamp.com/album/caroline
kill alters, ‘armed to the teeth’
bonnie baxter e nicos kennedy sono marito e moglie con un passato costellato di traumi. la madre di lei soffriva di tourette e registrava cassette in cui si sfogava, oggi il duo usa parti di queste registrazioni in un album tanto sadico quanto masochista ma anche liberatorio, fatto di squarci industrial, nastri trattati, ritmiche ossessive e voci paranoiche, un disco disturbante e molto interessante.
https://hausumountain.bandcamp.com/album/armed-to-the-teeth-l-m-o-m-m
dream widow
il progetto supermetal di dave grohl, colonna sonora del meraviglioso ‘studio 666’, è divertente e riuscito quanto il film. neanche 40 minuti di metal ottantiano violento e appassionato, con una manciata di riff davvero grandiosi.
https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_m90yBWGA4hkEtUnkos-0BG11C2CIMYddY
jack white, 'fear of the dawn', 'entering heaven alive'
‘fear’ è bellino, in linea coi primi dischi senza smuovere di un centimetro le coordinate di white, ‘heaven’ invece mi suona molle, spompo e poco ispirato, forse una sintesi tra i due album sarebbe stata più efficace.
https://officialjackwhite.bandcamp.com/album/fear-of-the-dawn
https://officialjackwhite.bandcamp.com/album/entering-heaven-alive
human cull, ‘to weep for unconquered worlds’
un disco grindcore fatto da paura, con dei riff dissonanti alla napalm death e suoni grezzi ma potentissimi, bravi ragazzi.
https://humancull.bandcamp.com/album/to-weep-for-unconquered-worlds
pan american, ‘the patience fader’
fondamentalmente una raccolta di bozzetti sonori nati da trattamenti estremi di chitarra elettrica, evocativo, leggero, spazioso e perfetto per un risveglio pacifico.
https://panamerican.bandcamp.com/album/the-patience-fader
undeath, 'it's time... to rise from the grave'
corpsessed, 'succumb to rot'
due dischi di death metal fatto veramente bene. molto bellino quello dei corpsessed, un pelo più moderno; ancora più bello quello degli undeath, un vero e proprio manuale death metal old school con una serie di riff perfetti.
https://undeath.bandcamp.com/album/its-time-to-rise-from-the-grave
https://darkdescentrecords.bandcamp.com/album/succumb-to-rot
royksopp, ‘profound mysteries i-ii-iii’
a volte ritornano. mah, se invece di tre dischi ne avessero fatto uno sarebbe stato… boh, carino, non certo a livello dei primi due. cotti e un po’ bolsi ma con qualche sprazzo di energia qua e là, comunque potete farne a meno.
https://royksopp.bandcamp.com/album/profound-mysteries-2
nu genea, ‘bar mediterraneo’
cambio di nome e lieve variazione di rotta per il duo napoletano che si allontana dagli steely dan per andare più verso una disco sempre di classe e bene fatta ma che non sempre convince appieno, bello ma il primo era meglio.
https://nugenea.bandcamp.com/album/bar-mediterraneo
rafael anton irisarri, ‘sacred hatred’, ‘agitas al sol’
delle due uscite di quest’anno ho trovato la prima un po’ vuota mentre ‘agitas al sol’ mi ha convinto di più, secondo capitolo di ‘solastagia’ composto di due suite registrate nel 2019 che risultano evocative e riuscite.
https://irisarri.bandcamp.com/album/agitas-al-sol
shabaka, ‘afrikan culture’
prima uscita solista per il guru del nu-jazz inglese, un ep di musica spirituale e meditativa in cui il musicista suona quasi unicamente uno shakuhachi, creando accompagnamenti di kora, mbira e altri strumenti dal mondo. cliché ma bello.
https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_mJc_jelgDni92sNcuYQuDvyjb3EkXKm9M
sofie birch, ‘holotropica’
la sound artist danese pubblica un disco ambient che è veramente strepitoso, fatto di suoni in tinte pastello, lievi pulsazioni annebbiate e idee timbriche interessanti, coese e avvolgenti, davvero bellissimo.
https://sofiebirch.bandcamp.com/album/holotropica
lucy liyou, ‘welfare/practice’
volete qualcosa di diverso? questa uscita raccoglie i primi due dischi di lucy liyou, sound artist americoreani (plurale richiesto da loro). sono esperimenti sonori basati su una forma di teatro coreana chiamata p’ansori in cui una voce è accompagnata da un’unica percussione. qui la voce è sintesi vocale artificiale e l’accompagnamento è fatto di glitch, modulazioni e sporadiche note, più presenti in ‘practice’ in cui compare anche un piano acustico.
https://lucyliyou.bandcamp.com/album/welfare-practice
mai mai mai, 'rimorso'
antonio tricoli nel 2022 porta il suo progetto mai mai mai di un paio di livelli più in alto con un disco assolutamente fantastico in cui il folk mediterraneo incontra elettronica, drone, glitch e ambient in un quadro sonoro affascinante e sorprendentemente godibile, anche per i meno avvezzi al genere.
https://maimaimai.bandcamp.com/album/rimorso
alanis morissette, ‘the storm before the calm’
la canadese si da alla ambient con un disco di “musica per meditazione”. è una vaccata, chiariamolo subito, un disco che rasenta la new age da centro benessere per il 95% del tempo ma che incredibilmente centra un pezzo fuori scala con ‘resting in the fire’, rituale percussivo-elettronico che sa di nine inch nails a cinque chilometri di distanza. disco orrendo, pezzo fantastico.
https://www.youtube.com/watch?v=1rKk8iZC4TI
porcupine tree, ‘closure/continuation’
mavvaffanculo. il perché se volete lo spiego qui http://distantzombiewarning.blogspot.com/2022/06/porcupine-tree-closurecontinuation.html
candy, ‘heaven is here’
per chi non ne avesse mai abbastanza di botte sui denti, ‘heaven is here’ è una chicca grind/hardcore di una violenza spropositata, con un mix e master fatti apposta per farvi sanguinare le orecchie. sublime.
https://candygonnadie.bandcamp.com/album/heaven-is-here
heimito künst, ‘post exoticism’
progetto anonimo ma sappiamo che è italiano, con questo secondo disco künst è capace di raccontare storie tramite synth, field recordings, nastri trattati ed altre tecniche elettroacustiche, con un velo hauntology che aleggia su tutto il lavoro, bellino assai.
https://heimitoknst.bandcamp.com/album/post-exoticism
knoll, ‘metempiric’
altre mazzate, sempre di grindcore parliamo, in questo caso meno hardcore e un filo più death e opprimente, con un grandioso finale in cui la furia diventa rituale e l’infinito feedback di chiusura una liberazione.
https://knollgrind.bandcamp.com/album/metempiric
paolo nutini, ‘last night in the bittersweet’
attesissimo (da me), non mi ha deluso. non mi ha neanche sorpreso o fatto saltare, però è un gran bel disco, sicuramente migliore dello sfilacciato ‘caustic love’, con almeno 4-5 pezzi memorabili. purtroppo è troppo lungo, ma va bene così.
https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_ntQ3IhCRyIabprrsSVU72_TjgRUDpZryw
altars, ‘ascetic reflection’
il death metal degli australiani altars è strano, etereo, quasi evanescente a tratti, un po’ come i migliori blood incantation. e funziona cazzo, suona davvero come una spinta ulteriore nella direzione tracciata dai morbid angel di ‘formulas’, disco bellissimo.
https://everlastingspewrecords.bandcamp.com/album/ascetic-reflection
black midi, ‘hellfire’
altro discone inattaccabile, forse un pelo più prevedibile ora che siamo al terzo album ma comunque la scrittura è solidissima, i pezzi divertenti e loro suonano troppo troppo troppo bene cazzo.
https://bmblackmidi.bandcamp.com/album/hellfire
imperial triumphant, ‘spirit of ecstasy’
boh. non è brutto eh, però mi suona un po’ come una minestra riscaldata, è praticamente la stessa cosa dell’eccelso ‘alphaville’ ripetuta per un’ora, suonata benissimo e con dei gran momenti, innegabile, ma comunque boh. meh.
https://www.youtube.com/watch?v=gQ_0BRITM3A
vladislav delay, ‘isoviha’
anche qui devo ammettere la mia devozione nei confronti di ripatti, i capolavori sono nel passato ma di roba sua brutta ancora non ne ho sentita. siamo dalle parti dei ‘rakka’, texture elettroniche sature di suoni, sprazzi ritmici che destabilizzano e un’atmosfera da catastrofe incombente, bello.
https://vladislavdelay.bandcamp.com/album/isoviha
motorpsycho, ‘ancient astronauts’
instancabili, i norvegesi arrivano al disco numero 21 e centrano in pieno quello che è forse il miglior album da ‘here be monsters’ con pezzi che lasciano spazio, crescono e si cibano delle inarrivabili doti tecniche dei tre senza mai dover fare showoff.
https://www.youtube.com/watch?v=dwj91hTgc-c
kokoroko, ‘could we be more’
altro collettivo inglese che si tuffa nei meandri del “nuovo jazz”, anche se in questo caso siamo molto più nel regno dell’afrobeat con incastri ritmici dalle pronunce bizzarre e un’atmosfera da festa di gruppo che coinvolge e diverte, consigliatissimo.
https://kokoroko.bandcamp.com/album/could-we-be-more
blind guardian, ‘the god machine’
ma ci credi che i blind guardian han fatto un bel disco nel 2022? io non ci credo. l’ho sentito e ho detto “oh! wow!”, ho sentito delle gran chitarre, dei riff fantastici, hansi cantare meglio di 20 anni fa e comunque ancora non ci credo. eppure.
https://www.youtube.com/watch?v=EE01U07iVe0
eunoia, ‘psyop of the year’
una delle sorprese più belle del 2022, questo trio dell’ohio frulla assieme math, hardcore, grind e sferzate black in una furia col sangue agli occhi come i today is the day di una volta. mix e master di colin marston fanno il resto, album davvero imperdibile.
https://tombtreetapes.bandcamp.com/album/psyop-of-the-year
ken mode, ‘null’
sludge, post-hardcore, odori industriali, jesus lizard e un sax impazzito, ‘null’ dei canadesi ken mode è musica violenta e creativa, il suono non è dei più personali ma i riffazzi non mancano e il furioso trasporto della band fa il resto.
https://kenmode.bandcamp.com/album/null
city of caterpillar, ‘mystic sisters’
a volte ritornano, paladini dello screamo più viscerale e profondo assieme ai pg.99 nei primi 2000, i city of caterpillar pubblicano un disco e pare che il tempo non sia mai passato, non fosse per l’evidente crescita tecnica e di scrittura del gruppo che centra un disco fantastico quasi come i classici del tempo.
https://cityofcaterpillar.bandcamp.com/album/mystic-sisters
cloud rat, ‘threshold’
questi tre americani sono una delle band più violente che abbia mai visto live, il loro ‘pollinator’ resta un apice grind degli ultimi anni e questo ‘threshold’ non è da meno: gioca con una maggiore dinamicità dei brani ma infila sempre dei riff incredibili che attaccano alla giugulare, grandissimo disco.
https://cloudrat.bandcamp.com/album/threshold
al-qasar, ‘who are we?’
quartetto multinazionale, gli al-qasar si definiscono ‘arabian fuzz’ e non gli si può dare torto. sono un po’ la versione sotto steroidi dei tinariwen ma il loro suono è molto più sbilanciato verso il medioriente. in più vantano ospiti da leccarsi le caviglie come lee ranaldo e jello biafra, album divertentissimo.
https://alqasar.bandcamp.com/album/who-are-we
goat, ‘oh death’
era da un po’ che i goat non mi entusiasmavano ma ‘oh death’ mi è proprio piaciuto, un po’ più “out there” rispetto al passato ma sempre basato sul loro folk “totale” sporcato di rock psichedelico e kraut.
https://goat.bandcamp.com/album/oh-death
moin, ‘paste’
‘paste’ prosegue perfettamente il discorso dell’esordio dell’anno scorso, al punto che i due dischi finiscono con l’assomigliarsi un pelo troppo, pur mantenendo una qualità media sempre alta. è il rock a pezzi degli anni 90 rivisto dall’ottica di due produttori elettronici con l’ottima valentina magaletti alla batteria.
https://m-o-i-n.bandcamp.com/album/paste-2
horse lords, ‘comradely objects’
il math degli horse lords è alieno, obliquo e spiazzante ma in qualche modo riesce sempre ad essere coinvolgente, persino ballabile spesso. è n loro piccolo miracolo e ‘comradely objects’ è forse il loro miglior disco ad oggi, impressionante.
https://horselords.bandcamp.com/album/comradely-objects-2
la colonie de vacances, ‘echt’
collettivo francese che praticamente fonde quattro gruppi in uno, questi pazzi con ‘echt’ pubblicano un album fantastico in cui glenn branca incontra il math-rock, bizzarri esperimenti timbrici, melodie di voci armonizzate inaspettate quanto belle e una ricerca ritmica vertiginosa. non lasciatevelo scappare.
https://viciouscircle.bandcamp.com/album/echt
ulla, ‘foam’
dopo lo strepitoso ‘limitless frame’ dell’anno scorso, ulla straus vira verso un’elettronica in cui i sample vocali fatti a pezzi diventano parte fondamentale di texture sonore da pochi minuti ognuna, in cui i suoni si mischiano in modi stranianti ma sempre morbidi e avvolgenti, un’altro piccolo gioiello da un’artista sempre più interessante.
https://ullastraus.bandcamp.com/album/foam-2
show me the body, ‘trouble the water’
che succede a fare noise/sludge con un banjo distorto? rispondono gli show me the body con un disco che è ben più che mero giochino e mostra una profondità inaspettata, oltre a una pesantezza sonora devastante. sorprendente.
https://showmethebody.bandcamp.com/album/trouble-the-water
wu-lu, ‘loggerhead’
è rap? boh, no, c’è del rap. è elettronica? sì e no, non lo definirei proprio un disco elettronico, ce n’è in abbondanza ma gli strumenti acustici non mancano. è un disco narrativo, che vuole dire delle cose e le dice in modi diversi, a volte con toni violenti, altre più dimessi. un disco scritto e costruito benissimo che si fa consumare.
https://wu-lu.bandcamp.com/album/loggerhead
muse, ‘will of the people’
ci tengo a lasciarvi con uno degli ascolti più impressionanti dell’anno. ragazzi io una merda del genere l’ho sentita davvero poche volte nella vita, le canzoni sono una più brutta dell’altra, con apoteosi e apici della bruttura galattica come ‘compliance’, l’agghiacciante ‘liberation’ (con tanto di citazione da ‘supergiovane’) e soprattutto ‘we are fucking fucked’, in 40 minuti di disco troverete un concentrato di tutto quello che è di cattivo gusto, tutto quello che non dovrebbe mai succedere alla musica (tipo chessò, i queen), inclusi un mix terrificante in cui tutto è plasticaccia e un mastering criminale con UNA MEDIA DI -4 LUFS. ho urlato, scusate, non si fa. ma del resto potete darmi torto?
https://museband.bandcamp.com/album/will-of-the-people
se siete arrivati fino in fondo... bravi. buon 2023 che già promette fever ray, metallica, enslaved, liturgy, depeche mode e forse pure pain of salvation.